sabato 16 novembre 2013

Settimana dei diritti dei bambini

In occasione della settimana dei diritti dei bambini che inizierà martedì 19 Novembre, vorrei ricordare la Carta dei diritti dell'Infanzia.
Di seguito il testo della Carta dei diritti dei Bambini in versione integrale, riscritto da un gruppo di bambini di Palermo.
 
1.Bambino o bambina è ogni essere umano fino a 18 anni.
2.Gli Stati devono rispettare, nel loro territorio, i diritti di tutti i bambini: handicappati, ricchi e poveri, maschi e femmine, di diverse razze, di religione diversa, ecc.
3.Tutti coloro che comandano devono proteggere il bambino e assicurargli le cure necessarie per il suo benessere.
4.Ogni Stato deve attuare questa convenzione con il massimo impegno per mezzo di leggi, finanziamenti e altri interventi. In caso di necessità gli Stati più poveri dovranno essere aiutati da quelli più ricchi.
5.Gli Stati devono rispettare chi si occupa del bambino.
6.Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere.
7.Quando nasce un bambino ha diritto ad avere un nome, ed essere registrato ed avere l’affetto dei genitori.
8.Il bambino ha diritto al proprio nome, alla propria nazionalità e a rimanere sempre in relazione con la sua famiglia.
9.Il bambino non può essere separato, contro la sua volontà, dai genitori. La legge può decidere diversamente quando il bambino viene maltrattato. Il bambino separato dai genitori deve mantenere i contatti con essi. Quando la separazione avviene per azione di uno Stato (carcerazione dei genitori, deportazione, ecc.) il bambino deve essere informato del luogo dove si trovano i suoi genitori.
10.Il bambino ha diritto ad andare in qualsiasi Stato per unirsi ai genitori. Se i genitori abitano in Stati diversi, il bambino ha diritto di mantenersi in contatto con loro.
11.Il bambino non può essere portato in un altro Stato illecitamente. Tutti gli Stati si devono mettere d’accordo per garantire questo diritto.
12.Il bambino deve poter esprimere la propria opinione su tutte le cose che lo riguardano. Quando si prendono decisioni che lo interessano, prima deve essere ascoltato.
13.Il bambino ha diritto di esprimersi liberamente con la parola, con lo scritto, il disegno, la stampa, ecc.
14.Gli Stati devono rispettare il diritto del bambino alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.
15.Il bambino ha diritto alla libertà di associazione e di riunione pacifica.
16.Il bambino deve essere rispettato nella sua vita privata. Nessuno può entrare a casa sua, leggere la sua corrispondenza o parlare male di lui.
17.Il bambino ha diritto a conoscere tutte le informazioni utili al suo benessere. Gli Stati devono: far fare libri, film ed altro materiale utile per il bambino; scambiare con altri Stati tutti i materiali interessanti adatti per i bambini; proteggere i bambini dai libri o da altro materiale dannoso per loro. 18.I genitori (o i tutori legali) devono curare l’educazione e lo sviluppo del bambino. Lo Stato li deve aiutare rendendo più facile il loro compito.
19.Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di violenza.
20.Lo Stato deve assistere il bambino che non può stare con la sua famiglia affidandolo a qualcuno. Chi si occupa del bambino deve rispettare le sue abitudini.
21.Gli Stati devono permettere l’adozione nell’interesse del bambino. L’adozione deve essere autorizzata dalle autorità con il consenso dei parenti del bambino. Se l’adozione non può avvenire nello Stato del bambino, si può fare in un altro Stato. L’adozione non deve mai essere fatta per soldi. 22.Gli Stati devono cercare di unire alla sua famiglia il bambino separato e, se non ha famiglia, lo Stato lo deve proteggere come qualsiasi altro bambino.
23.Il bambino svantaggiato fisicamente e mentalmente deve vivere una vita completa e soddisfacente. Gli Stati devono scambiarsi tutte le informazioni utili per migliorare la vita dei bambini disabili e devono garantire l’assistenza gratuita se i genitori o i tutori sono poveri. Inoltre bisogna fornire al bambino occasioni di divertimento.
24.Il bambino deve poter vivere in salute anche con l’aiuto della medicina.
25.Gli Stati devono garantire questo diritto con diverse iniziative: fare in modo che muoiano meno bambini nel primo anno di vita; garantire a tutti i bambini l’assistenza medica; combattere le malattie e la malnutrizione fornendo cibi nutritivi ed acqua potabile; assistere le madri prima e dopo il parto; informare tutti i cittadini sull’importanza dell’allattamento al seno e sull’igiene; aiutare i genitori a prevenire le malattie e a limitare le nascite. Il bambino che è stato curato deve essere controllato periodicamente.
26.Ogni bambino deve essere assistito in caso di necessità, di malattia o necessità economica, tenendo conto delle possibilità dei genitori o dei tutori.
27.Ogni bambino ha diritto a vivere bene. Gli Stati devono aiutare la famiglia a nutrirlo, a vestirlo, ad avere una casa, anche quando il padre si trova in un altro Stato.
28.Il bambino ha diritto all’istruzione. Per garantire questo diritto gli Stati devono: fare le scuole elementari obbligatorie per tutti; fare in modo che tutti possano frequentare le scuole medie; aiutare chi ha la capacità a frequentare le scuole superiori; informare i bambini sulle varie scuole che esistono.
29.Gli Stati devono controllare, anche, che nella scuola siano rispettati i diritti dei bambini. 30.L’educazione del bambino deve: sviluppare tutte le sue capacità; rispettare i diritti umani e le libertà; rispettare i genitori, la lingua e la cultura del Paese in cui egli vive; preparare il bambino ad andare d’accordo con tutti; rispettare l’ambiente naturale.
31.Il bambino che ha una lingua o una religione diversa, ha il diritto di unirsi con altri del suo gruppo per partecipare ai riti e a parlare la propria lingua.
32.Il bambino ha il diritto di giocare, di riposarsi e di svagarsi. Gli Stati devono garantire a tutti questo diritto.
33.Il bambino non deve essere costretto a fare dei lavori pesanti o rischiosi per la sua salute. Gli Stati devono approvare delle leggi che stabiliscono a quale età si può lavorare, con quali orari ed in quali condizioni. Devono punire chi non le rispetta.
34.Gli Stati devono proteggere il bambino contro le droghe ed evitare che sia impiegato nel commercio della droga.
35.Gli Stati devono proteggere il bambino dallo sfruttamento sessuale.
36.Gli Stati devono mettersi d’accordo per evitare il rapimento, la vendetta o il traffico di bambini. 37.Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di sfruttamento.
38.Nessun bambino deve essere sottoposto a tortura o punizioni crudeli. Se un bambino deve andare in prigione, deve essere per un motivo molto grave e per un breve periodo. In carcere deve essere rispettato, deve mantenere i contatti con la famiglia e deve essere tenuto separato da carcerati adulti. 39.In caso di guerra i bambini non devono essere chiamati a partecipare se non hanno almeno 15 anni.
40.Se il bambino è vittima della guerra, tortura o sfruttamento deve essere aiutato a recuperare la sua salute.
41.Il bambino che non osserva la legge deve essere trattato in modo da rispettare la sua dignità. Gli Stati devono garantire: che nessun bambino sia punito per cose non punite dalla legge dello Stato; che il bambino accusato sia assistito da un avvocato e sia ritenuto innocente finché non è condannato; che la sua causa sia definita velocemente; che, se giudicato colpevole, abbia il diritto alla revisione della sentenza; che se parla un’altra lingua abbia l’assistenza di un interprete.
42.Gli articoli di questa Convenzione non devono essere sostituiti alla legge dello Stato se questa è più favorevole al bambino.
43.Gli Stati devono far riconoscere i diritti dei bambini sia ai bambini stessi sia agli adulti.
44.Gli Stati devono scegliere dei rappresentanti che si riuniscano periodicamente e controllino se i diritti dei bambini vengono rispettati.

sabato 9 novembre 2013

"Il cuore di un padre"

Stamattina ho letto poche parole da un notissimo racconto biblico (Il figliol prodigo) e meditando le seguenti parole mi è tornata in mente una conversazione avuta qualche anno fa con una mia alunna di appena 7 anni che, mentre ci trovavamo a pranzo, mi ha candidamente chiesto: << Maestra, ma tu quanti papà hai>>? Davanti al mio momentaneo stupore ha precisato: << Io ho tre papà: uno è quello che mi ha fatto, che però non conosco; uno è quello che mi sta crescendo, e un altro è Dio che è il papà di tutti>>! Commossa da tanta semplicità e profondità, allo stesso tempo, ho risposto che io ho due papà. E sono felicissima di averne due. Ecco perchè: <<...mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e lo ribaciò". (Luca 15:20) "Il cuore di un padre è così grande, da amare più persone allo stesso modo. Il cuore di un padre non guarda al sacrificio che deve fare, ma alla felicità di un figlio. Il cuore di un padre ama incondizionatamente. Il cuore di un padre si appaga con il sorriso di un figlio. Il cuore di un padre guarda al futuro con gioia. Il cuore di un padre batte forte per amore o per dolore. Il cuore di un padre non smette mai di sperare. Il cuore di un padre trova una soluzione. Il cuore di un padre si dona completamente ai propri figli ...così come fece Dio con noi...il Suo cuore batteva forte per amore nostro..." (Citaz.) Pienamente felice di avere due papà...dedico questa piccola riflessione a tutti i papà!

giovedì 7 novembre 2013

Halloween

Con l’approssimarsi della fine di Ottobre, qualcuno mi ha chiesto se al nido avremmo organizzato “qualcosa” per la festa di Halloween. Prendo spunto da questa richiesta per condividere il mio pensiero in merito a questa festa commerciale che l’Italia ha adottato ormai da anni e che si anticipa sempre di più. Indipendentemente dal dato di fatto che non è una festa made in Italy e che, da cristiana, non ne condivido i festeggiamenti per via del significato più profondo, ho sempre sostenuto che nella fascia d’età 0-6 anni i bambini abbiano bisogno di coccole, carezze, serenità e non di mostri che alimentano paure e timori. Durante questa tenera età (0-3 anni) le esperienze lasciano un tratto indelebile nella vita di ogni bimbo. E’ compito di noi adulti di riferimento fornire ai bambini quante più esperienze che possano lasciare un’impronta positiva nella loro vita. L’amore, la gioia, il sentirsi accolti e accettati innalzano attorno al bimbo una barriera di sicurezza e comfort che lo aiuta a crescere cosciente della propria autostima con la consapevolezza che gli adulti di riferimento si adoperano per creare quell’ambiente sano di cui ha bisogno per poter sviluppare tutte le sue potenzialità. Arriveranno presto momenti di confronto con realtà meno ovattate del nido (che per sua caratteristica deve essere luogo di crescita, caldo e accogliente fino a quando il piccolo non è in grado di spiccare il volo da solo); ma per il momento preferisco fornire a questi “pulcini” un mondo in cui streghe, mostri, scheletri e vampiri non sono ammessi! Per questo e, per altri motivi che sarebbe difficile racchiudere in poche righe credo che sia inopportuno festeggiare Halloween al nido. Propongo, invece, di introdurre una giornata alternativa durante la quale anziché festeggiare le tenebre e i mostri si ricordi l’arcobaleno, il sole, la tenerezza legata a questo magnifico arco di tempo che è l’età del nido. Un giorno in cui i protagonisti non saranno la paura e lo scherzo, ma l’affetto, la dolcezza, l’amore, i bambini. Per loro, per noi e per rendere questo 31 Ottobre un po’ meno buio! Noi festeggeremo insieme un giorno di dolcezza, di coccole, di canzoncine e storie che ricordano l’affetto e le attenzioni di tutte le persone che avvolgono in un caldo abbraccio ogni bambino… “I BAMBINI IMPARANO QUELLO CHE VIVONO” D. Law Nolte

domenica 13 ottobre 2013

Tempo, attenzione e rispetto

Tre parole che, negli ultimi tempi, sono in via d'estinzione. Tempo:sempre meno quello che abbiamo e che possiamo dedicare agli atri (adulti o bambini che siano). Attenzione: ne resta forse un briciolo verso le cose che davvero ci appassionano, altrimenti la superficialità la fa da padrone! Rispetto: parola che amo ma che sta diventando obsoleta. Queste tre parole sono alla base di ciò che un Counsellor offre a quanti si rivolgono a lui o lei per instaurare una relazione di aiuto. Spesso in momenti di crisi personale, quando attraversiamo periodi difficili o ci troviamo in situazioni ingestibili, un aiuto esterno ci permette di vedere il problema da una prospettiva diversa dandoci modo di fissare l'attenzione sugli obiettivi necessari per la risoluzione di esso. Mi piace pensare al Counsellor come ad un Facilitatore che aiuta i propri clienti a gestire in modo migliore i problemi facendo leva sulle risorse personali di ciascuno. Per questo motivo, non si tratta di uno specialista delle risposte e non possiede la soluzione al problema esposto dal cliente, ma favorisce l'esplorazione delle risposte possedute da quest'ultimo. Una figura trascurata nel tempo, forse sottovalutata ma che in momenti particolari, sa dire la cosa giusta al momento giusto, utilizzando sapientemente quell'arte "maieutica", tanto decantata da Socrate, che fa venire alla luce soluzioni alle più disparate situazioni. Per saperne di più visitate il sito del Dott. Emanuele Di Maio, un bravo professionista della realazione d'aiuto, che può portarvi alla scoperta di questa preziosissma attività! http://professionistadellaiuto.webnode.it/

sabato 27 luglio 2013

Lo sviluppo del legame di attaccamento

Lo sviluppo nel legame di attaccamento si vede nella distanza fisica che il bambino è disposto a sopportare dalla figura di attaccamento. Al parco i bambini giocano liberi, ma la distanza fisica che il bambino accetta dalla madre aumenta in proporzione all’età. La distanza fisica è dunque una misura del grado di attaccamento ed esiste anche per la madre.

Importante, per un sano sviluppo psicofisico del bambino, è sviluppare un attaccamento sicuro, ma esistono diverse tipologie e stili di attaccamento che sono state rilevate attraverso un test che permette di vedere come il bambino reagisce in un luogo a lui estraneo quando la madre si allontana e poi ritorna.

Diversi psicologi hanno osservato il comportamento dei bambini in situazioni di riunione dopo una separazione dalla figura di attaccamento. Da un sistema di codifica (Main e Cassidy 1999), dopo l’osservazione di bambini di 3-4 anni sono state identificate quattro modalità di attaccamento:

1) Sicuro

2) Insicuro-evitante

3) Insicuro-ambivalene

4) Insicuro-disorganizzato

Le diverse tipologie di attaccamento sono legate agli antecedenti di attaccamento che dipendono dal carattere della madre e dalle sue reazioni all’ambiente psico-sociale, economico e alle condizioni familiari, nonché al temperamento dei bambini. I bambini difficili possono creare disagio alla madre che, innervosendosi, non crea un buon attaccamento.
Un altro elemento da tener presente è l’attaccamento che la madre ha avuto verso i propri genitori: si parla in questo caso di modello operativo interno. La madre ha un’idea dei legami affettivi in base alla propria esperienza, ha un modello mentale, un prototipo delle relazioni di attaccamento successive. La teoria dell’attaccamento ipotizza, infatti, una continuità dell’attaccamento nel tempo, tramite questi modelli mentali, allora l’idea di relazione affettiva che si forma nell’infanzia condiziona poi tutti i rapporti futuri.
Non sempre però è così perché le esperienze di vita possono comunque modificare il modello operativo interno e perché si dispone della capacità di riflettere sulle proprie relazioni affettive.

Gli effetti positivi dell’attaccamento sicuro sono riscontrabili in diversi ambiti:


 Cognitivo: il bambino parla meglio, è bravo a scuola, è predisposto a successi scolastici e affettivi.

 Delle relazioni sociali: ha un adattamento migliore alle diverse situazioni della vita.

Studi transculturali su diverse popolazioni hanno dimostrato che  le modalità educative e culturali influiscono sugli stili di attaccamento: negli USA prevale l’attaccamento sicuro, mentre in Germania predomina l’attaccamento insicuro-evitante. Questo perché ogni cultura ha una propria idea della relazione madre-bambino.
  Per approfondimenti e info posta un commento!

venerdì 26 luglio 2013

Liebster Blog Award

Liebster Blog Award





Ringrazio di cuore Vale Ferri di  http://educhiamo.blogspot.it/ che ha conferito a bimbi & company il Liebster Blog Award, che permette di dare visibilità ai blog seguiti da meno di 200 membri. Una volta ricevuto il premio e risposto alle domande, si gira il questionario alle 11 blogger a cui si sceglierà di dare il LBA.


Grazie mille Vale!!!
ECCO LE DOMANDE:

•Qual è il tuo colore preferito?

•Qual è la stanza della casa che preferisci?

•Sai usare il pc?

•Sei sposata?

•Quale cartone degli anni 80 preferivi?

•Cosa ti piacerebbe ti regalassero il prossimo compleanno?

•Mare o Montagna?

•Il tuo gelato preferito?

•Di che colore hai i capelli?

•E gli occhi?

•La tua canzone preferita?

E DI SEGUITO LE MIE RISPOSTE:
•Blu
•Camera da letto

•Sì

•Si
•Candy Candy
•Un viaggio

•Mare e montagna
•Nocciola e cioccolato
•Castano chiaro

•Verdi
•...Troppe per scriverne una

E ora ecco le 11 blogger da me scelte e seguite

1.Nadia di Nell'educazione un tesoro http://educhiamo.blogspot.it/

2.Stella di Una Stella tra i fornelli http://unastellatraifornelli.blogspot.it/
3 Home Made mamma  http://homemademamma.wordpress.com/
4.Bambini http://bambinizerosei.blogspot.it/

5.Chiara Maci di Sorelle in pentola (anche se avrà certamente più di 200 membri) http://www.sorelleinpentola.com/
6.Emporio 74  http://emporio74.blogspot.it/

7.Ile e Gy di Dire fare giocare. Il blog della classe verde  http://laclasseverde.blogspot.it/

8.Natty e Elisa di Mille idee da fare al nido  http://milleideedafarealnido.blogspot.it/

9.Flavia di Sogni e Creazioni http://sogniecreazioni.blogspot.it/
10.Blogmamma  http://www.blogmamma.it/
11.Non solo mamma http://www.nonsolomamma.com/



sabato 1 giugno 2013

Per dire addio al pannolino ...

Innanzi tutto bisogna sfatare il mito delle nonne che raccontano di aver messo sul water il proprio figlio all’età di 8 mesi. In realtà il fatto che il bambino facesse pipì era una pura coincidenza! Perché sia autonomo un bambino dopo 18 mesi dovrebbe essere:

  • trovato asciutto dopo il sonno,

  • messo immediatamente sul vasino in modo che, sentendo la vescica piena, abbia la sensazione di sollievo che la fuoriuscita di pipì provoca.

Il successo dell’addestramento al vasino non dipenderà solo da quanto sia pronto il bambino, ma anche da quanto lo siate voi. Talvolta i bambini sono pronti, ma gli adulti vivono come un incubo questo momento generando ansia nei piccoli. Non è pertanto, consigliabile iniziare l’addestramento nel caso in cui non abbiate il tempo per dedicarvi al cento per cento a tale compito. Per far si che il passaggio dal pannolino al vasino avvenga in modo rapido e con successo è molto importante essere mentalmente sereni in modo da potersi concentrare per il tempo necessario alla riuscita del compito. Con un atteggiamento positivo e, se il momento è quello giusto, dovreste riuscire nell’impresa in una settimana.



E ancora ...
  • Quando cominciare ...
  • ...e cosa serve
  • L'importanza della motivazione.
  • Come fare durante i primi giorni.
  • Pipì a letto, regressione e paura della popò.
  • Consigli pratici.
  • Bibliografia e testi consigliati
Tutto questo e altro ancora al seminario (online)
"Per dire addio al pannolino ... addestramento al vasino".



sabato 25 maggio 2013

Quando arrivano i primi capricci …

L’età dei capricci comincia proprio intorno ai due anni ed è assolutamente fisiologica: il bambino usa in queste occasioni il massimo  della sua potenzialità fisica (urla,scalcia, morde,graffia, tira i capelli, trattiene il fiato e diventa viola), però non lo fa mai con intenzioni cattive ma solo perché non sa esprimersi in un altro modo. In generale, i bambini iniziano a fare i capricci, in modo consapevole, dopo i due anni, cioè quando il loro sviluppo cognitivo permette di iniziare a distinguere 'io' e tu e a sperimentare alcune abilità importanti: nel linguaggio, nel movimento, nella manipolazione di oggetti, nel controllo autonomo di diverse funzioni. In questa fase i bambini hanno bisogno di esplorare anche oltre i limiti che noi vorremmo imporre. Spesso dunque certi comportamenti sono il loro modo di testare fin dove possono spingersi, fino a dove si è allargato il loro potere, soprattutto nei nostri confronti. Noi li chiamiamo capricci e possiamo citarne una gamma molto ampia: quando un bambino rifiuta di mangiare, quando non si vuole vestire, quando non si vuole mettere le scarpe, quando non le vuole allacciare, quando non vuole restituire il giocattolo di un altro bambino, quando non vuole alzarsi da terra, quando non vuole sedersi nel seggiolino, e chi più ne ha più ne metta.

La lista potrebbe essere lunghissima, ma il punto fondamentale per ogni genitore è capire che con i capricci i bambini cercano di dire qualcosa.

Stanchezza, sonno e fame, arrivo della febbre o di una malattia esantematica, richiamo di attenzioni, reazioni a divieti e regole eccessive, bisogni di tipo psicologico, competizione o gelosia nei confronti di un fratello o sorella, richiesta di aiuto per cause esterne, genitori troppo stressati, sono queste le cause principali dei capricci.

Quando un bimbo esplode in capricci, papà e mamma devono tenerne conto: la parte emozionale del cervello infantile è in via di sviluppo. E pertanto, ancora incapace di svolgere appieno la funzione di controllare la loro emotività.
Il caso tipico è quello che la letteratura anglosassone riassume con la parola latina “tantrum”. Si tratta del classico circolo vizioso in cui il bambino parte con un capriccio di cui diventa esso stesso vittima.

La manifestazione isterica del capriccio prende il sopravvento sulla causa iniziale, e ad alimentare pianti e grida è adesso la perdita del controllo della situazione da parte del bambino stesso. In una progressione sempre più disperata. Sono le situazioni più critiche, in cui ogni tentativo di intervento, sia esso dolce oppure deciso, pare avere il solo effetto di amplificare gli effetti, anziché placarli. Se la perdita di controllo è il problema che sempre più spesso si verifica, ecco alcune semplici regole per superarla:

Mantieni sempre la calma. Non urlare altrimenti il bambino si agiterà di più. Ricorda che per i piccoli non è facile ricomporsi.

Mantieni le posizioni: se il piccolo capisce che prima o poi cederai è la fine. Mantieni il punto! Se è NO deve essere NO! Sposta l’attenzione su qualcosa di diverso, magari di più rilassante da fare insieme.

Ignoralo. Se non si mette in una situazione di vero pericolo, non reagire. E' la chiave per eliminare un comportamento indesiderato.

Evita di dilungarti in lunghe spiegazioni del perché non deve fare una cosa.

Attenzione alla stanchezza! Se osservi bene noterai che i tantrums avvengono quando il bambino è stanco. Quando lo vedi arrabbiato o nervoso, fagli fare un pisolino o proponigli un’attività rilassante (coccolandovi sul divano o sul letto, leggendo una favola, ecc.)

Dedicagli del tempo. Spesso i bambini hanno i tantrums perché vorrebbero la nostra attenzione. Quando un bambino ha bisogno di stare un po' con la mamma o con il papà, spesso il tantrum diventa il suo modo per dircelo.

Cerca qualcuno che possa darti il cambio quando senti di non farcela: è fondamentale perché i tantrums esplodono maggiormente quando si è stanchi o occupati.

Sforzati di capire e interpretare il capriccio e ricorda SEMPRE chi è l’adulto.

Non tirare la corda. Se tuo figlio è già stanco non andare in giro per comprare “altre due cosette”, altrimenti il tantrum è assicurato!

Dimostra il tuo amore. Una volta passato il momento critico dimostra che gli vuoi bene e lo capisci.

Parla! Magari pensi che sia difficile che a 18-20 mesi ti capisca, ma il tono della voce, l’espressione del tuo volto e il modo in cui spiegherai perché non deve avere quelle reazioni lo aiuteranno a comprendere.



Per approfondimenti, richieste o consulenze lascia un post!

sabato 11 maggio 2013

Auguri a tutte le mamme, ma soprattutto alla mia!

Ricordando i preparativi per la festa della mamma quando ero bambina, mi viene subito in mente questa deliziosa canzone dello Zecchino D'Oro che ancora una volta oggi dedico alla mia  mamma con tanto amore!


Ho fatto un mazzolino,

coi fiori del giardino,
li ho colti stamattina,
insieme al mio papà.

Sono i fiori per la tua festa,
cara mamma eccoli qua.

Una rosa perchè ti voglio bene,
una viola perchè sarò ubbidiente,
un papavero, non so perchè,
un non ti scordar di me.

Un mughetto insieme ad un gelsomino,
da quest’oggi sarò sempre più buono,
una primula vuol dire che,
il primo pensiero sei per me.

Qualche ciclamino,
perchè dimentichi che sono biricchino,
un girasole, una margherita,
perchè tu sei il fiore della vita.