giovedì 22 novembre 2012

LA SETTIMANA DEI DIRITTI DEI BAMBINI

Prima che la settimana dei diritti dei bambini finisca vorrei lasciare una poesia per ricordare con affetto tutti bambini stranieri che ho incontrato in questi anni di insegnamento.

IL TRENO DEGLI EMIGRANTI

Non è grossa, non è pesante
la valigia dell'emigrante ...
C'è un pò di terra del mio villaggio,
per non restare solo in viaggio ...
Un vestito, un pane, un frutto,
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l'ho portato:
nella valigia non c'è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi da pane:
un piccolo campo, proprio lassù ...
Ma il treno corre: non si vede più


G.Rodari -Filastrocche in cielo e in terra-

sabato 6 ottobre 2012

Se i bambini vivono con l'ostilità, imparano a combattere

Vivere in un'atmosfera aggressiva fa sentire i bambini vulnerabili. Alcuni reagiscono diventando violenti, altri hanno paura di litigare ed evitano ogni tipo di conflitto, persino quelli più lievi. Tutti questi comportamenti possono facilmente essere osservati durante la ricreazione in una qualsiasi scuola elementare. Un modello di comportamento aggressivo in famiglia insegna ai bambini che azzuffarsi è una necessità, che la vita è una battaglia o che sia sempre necessario combattere per sopravvivere. Il modo in cui i genitori e gli altri adulti di riferimento risolvono i conflitti e affrontano le crisi è sotto gli occhi dei bambini che così imparano come comportarsi in situazioni conflittuali: con aggressività o con dialogo e propositi costruttuvi.
Anche i bambini, come gli adulti, hanno il diritto di riconoscere ed esprimere i loro sentimenti, rabbia compresa. Questo non significa però che abbiano il diritto di fare male agli altri o danneggiare le cose. Alcuni comportamenti aggressivi come botte, calci, morsi e spinte, non sono tollerabili e dovrebbero essere puniti. I più piccoli, in particolare, hanno bisogno di aiuto per imparare ad esprimere i sentimenti con le parole più che con le azioni.; ma il modo in cui gli adulti affrontano i sentimenti di impazienza, ostilità e rabbia è un esempio molto più efficace  delle parole. Per la maggior parte delle persone i sentimenti di ostilità vanno e vengono come il brutto tempo. E' facile considerare la frustrazione come qualcosa che capita e su cui non si ha nessun potere, proprio come il tempo. Se invece, si riuscisse a capire le reazioni, si potrebbe cominciare a riflettere su come viene favorito il loro insorgere. Quanto più si riesce a tenere a bada la rabbia in modo fantasioso e costruttivo, tanto più alta è la probabilità che i sentimenti di ostilità non portino a scontri diretti e distruttivi.
E' estremamente importante affrontare questi sentimenti al loro insorgere, prima che diventino impetuosi.  E' molto più semplice, infatti, contrastare l'irritazione che la rabbia in piena. In quest'ottica diventa essenziale dimostrare ai bambini che la rabbia non è un nemico che bisogna ignorare, o a cui bisogna opporre resistenza, ma una sorta di energia da trattare in modo creativo. 

Cosa ne facciamo di questa energia e come la indirizziamo, è importante per gli adulti, per i bambini e per la salute e il benessere della famiglia. 

("I bambini imparano quello che vivono" di D. Law Nolte)

martedì 2 ottobre 2012

FESTA DEI NONNI

I nonni sono un grande tesoro: lo scrigno prezioso dei ricordi più belli, il porto sicuro dove ancorare le navi ancora incerte dei nostri bambini.

venerdì 14 settembre 2012

Inserimenti: pensieri liberi.

Settembre è iniziato da quindici giorni e con esso anche il nido e gli inserimenti di bambini che per la prima volta si staccano dai genitori e di famiglie che per la prima volta affidano i loro figli ad estranei. Comprensibili ansie e dolori da separazione, soprattutto per quelle mamme che hanno trascorso più tempo con i loro cuccioli; ma talvolta ci si imbatte in situazioni davvero grottesche. Mamme che dovrebbero confortare i propri figli e invece piangono singhiozzando mentre le educatrici cercano di prendere i piccoli dalle loro braccia, papà che telefonano quattro o cinque volte al giorno per chiedere di controllare se il numero di telefono lasciato sia corretto, nonne che non vedono l'ora di liberarsi le braccia, e poi le richieste più disparate. C'è chi chiede di sapere la marca dell'olio o dell'acqua utilizzati dalla cucina del nido, c'è chi arriva con buste piene di giochi perchè solo "quelli" riescono a calmare il bambino, c'è chi decide che il primo giorno è quello adatto per togliere il pannolino e lasciare il ciuccio! Soprattutto ci sono tante famiglie che rifiutano l'inserimento pensando che hanno ormai finito le ferie disponibili e non sanno a chi lasciare i pargoletti! Tutto questo senza mai pensare davvero con la testa del bambino che si ritrova improvvisamente catapultato in un ambiente con orari, abitudini, regole e persone totalmente diverse da quelle che conosce. Dopo uno o due mesi trascorsi in famiglia rientrano anche i bambini che già frequentavano l'anno precedente. I genitori di questi ultimi sono più fiduciosi e si aspettano rapidi progressi, senza considerare che trenta o sessanta giorni trascorsi insieme sono più che sufficienti per rinsaldare il legame di attaccamento naturalmente presente tra madre e figlio. Così tra i pianti dei bambini di 16 mesi ancora allattati al seno che improvvisamente si ritrovano senza mamma, senza seno, senza ciuccio, senza latte e le ansie (talvolta estremamente ingiustificate) dei genitori, si parte con questo nuovo anno educativo. Le giornate sono pesanti, i bambini assorbono tutte le nostre energie. Poi non si lavora solo con loro e quando anche l'ultimo è andato via (si spera in orario) si comincia con il ripristino delle stanze, si rimettono a posto tutti i giochi, si sterilizzano i ciucci, si scrivono le cose essenziali accadute in sezione durante la giornata. Si arriva a casa provati, sperando che domani sia un giorno migliore! Poco alla volta poi avviene il grande passo: i bambini si tranquillizzano e con loro anche i genitori. Le educatrici si rasserenano e con loro anche assistenti, responsabili e tutte le altre figure che ruotano attorno ad esse. Giorni di fuoco che sembrano infiniti, che passano via e vengono dimenticati con la stessa rapidità con cui trascorrono le vacanze estive. Sopravvivere con pazienza e passione a questi giorni di confusione e pianti di disperazione è come affrontare un particolare "battesimo di fuoco"!

domenica 13 maggio 2012

AIUTACI AD AIUTARE!!



Se vuoi aiutarci ad aiutare i bambini più disagiati puoi farlo con una semplice firma, destinando il 5 x mille alla Cooperativa sociale onlus "Asilo L'isola che non c'è" C.F. 09231251001



La tua firma è un piccolo gesto che può trasformarsi in un grande aiuto!

Seminario per mamme e papà... e addetti ai lavori

Addio al pannolino.....addestramento al vasino!


Tecniche e metodi per riuscire serenamente a dire addio al pannolino senza ansie e frustrazioni.


Relatrice: Rosalinda Papale (responsabile asilo nido)

Lunedì 28 maggio 2012 dalle 17,30 alle 19,00


presso il nido "L'isola che non c'è" in Via Petritoli n. 51 Roma (zona Colle Salario)

per raggiungerci vedi mappa su http://www.asiloisola.com/


Per info 06/8815464 o contattaci sul nostro profilo Facebook "L'isola che non c'è"

asiloisola@libero.it