sabato 25 maggio 2013

Quando arrivano i primi capricci …

L’età dei capricci comincia proprio intorno ai due anni ed è assolutamente fisiologica: il bambino usa in queste occasioni il massimo  della sua potenzialità fisica (urla,scalcia, morde,graffia, tira i capelli, trattiene il fiato e diventa viola), però non lo fa mai con intenzioni cattive ma solo perché non sa esprimersi in un altro modo. In generale, i bambini iniziano a fare i capricci, in modo consapevole, dopo i due anni, cioè quando il loro sviluppo cognitivo permette di iniziare a distinguere 'io' e tu e a sperimentare alcune abilità importanti: nel linguaggio, nel movimento, nella manipolazione di oggetti, nel controllo autonomo di diverse funzioni. In questa fase i bambini hanno bisogno di esplorare anche oltre i limiti che noi vorremmo imporre. Spesso dunque certi comportamenti sono il loro modo di testare fin dove possono spingersi, fino a dove si è allargato il loro potere, soprattutto nei nostri confronti. Noi li chiamiamo capricci e possiamo citarne una gamma molto ampia: quando un bambino rifiuta di mangiare, quando non si vuole vestire, quando non si vuole mettere le scarpe, quando non le vuole allacciare, quando non vuole restituire il giocattolo di un altro bambino, quando non vuole alzarsi da terra, quando non vuole sedersi nel seggiolino, e chi più ne ha più ne metta.

La lista potrebbe essere lunghissima, ma il punto fondamentale per ogni genitore è capire che con i capricci i bambini cercano di dire qualcosa.

Stanchezza, sonno e fame, arrivo della febbre o di una malattia esantematica, richiamo di attenzioni, reazioni a divieti e regole eccessive, bisogni di tipo psicologico, competizione o gelosia nei confronti di un fratello o sorella, richiesta di aiuto per cause esterne, genitori troppo stressati, sono queste le cause principali dei capricci.

Quando un bimbo esplode in capricci, papà e mamma devono tenerne conto: la parte emozionale del cervello infantile è in via di sviluppo. E pertanto, ancora incapace di svolgere appieno la funzione di controllare la loro emotività.
Il caso tipico è quello che la letteratura anglosassone riassume con la parola latina “tantrum”. Si tratta del classico circolo vizioso in cui il bambino parte con un capriccio di cui diventa esso stesso vittima.

La manifestazione isterica del capriccio prende il sopravvento sulla causa iniziale, e ad alimentare pianti e grida è adesso la perdita del controllo della situazione da parte del bambino stesso. In una progressione sempre più disperata. Sono le situazioni più critiche, in cui ogni tentativo di intervento, sia esso dolce oppure deciso, pare avere il solo effetto di amplificare gli effetti, anziché placarli. Se la perdita di controllo è il problema che sempre più spesso si verifica, ecco alcune semplici regole per superarla:

Mantieni sempre la calma. Non urlare altrimenti il bambino si agiterà di più. Ricorda che per i piccoli non è facile ricomporsi.

Mantieni le posizioni: se il piccolo capisce che prima o poi cederai è la fine. Mantieni il punto! Se è NO deve essere NO! Sposta l’attenzione su qualcosa di diverso, magari di più rilassante da fare insieme.

Ignoralo. Se non si mette in una situazione di vero pericolo, non reagire. E' la chiave per eliminare un comportamento indesiderato.

Evita di dilungarti in lunghe spiegazioni del perché non deve fare una cosa.

Attenzione alla stanchezza! Se osservi bene noterai che i tantrums avvengono quando il bambino è stanco. Quando lo vedi arrabbiato o nervoso, fagli fare un pisolino o proponigli un’attività rilassante (coccolandovi sul divano o sul letto, leggendo una favola, ecc.)

Dedicagli del tempo. Spesso i bambini hanno i tantrums perché vorrebbero la nostra attenzione. Quando un bambino ha bisogno di stare un po' con la mamma o con il papà, spesso il tantrum diventa il suo modo per dircelo.

Cerca qualcuno che possa darti il cambio quando senti di non farcela: è fondamentale perché i tantrums esplodono maggiormente quando si è stanchi o occupati.

Sforzati di capire e interpretare il capriccio e ricorda SEMPRE chi è l’adulto.

Non tirare la corda. Se tuo figlio è già stanco non andare in giro per comprare “altre due cosette”, altrimenti il tantrum è assicurato!

Dimostra il tuo amore. Una volta passato il momento critico dimostra che gli vuoi bene e lo capisci.

Parla! Magari pensi che sia difficile che a 18-20 mesi ti capisca, ma il tono della voce, l’espressione del tuo volto e il modo in cui spiegherai perché non deve avere quelle reazioni lo aiuteranno a comprendere.



Per approfondimenti, richieste o consulenze lascia un post!

Nessun commento:

Posta un commento